300 studenti scoprono che fare impresa significa risolvere problemi reali

Cliente: Bergamo Sviluppo, Azienda Speciale della CCIAA di Bergamo

La sfida

Nel 2025, Bergamo Sviluppo, Azienda Speciale della CCIAA di Bergamo mi ha affidato la realizzazione di percorsi di educazione all'imprenditorialità nell'ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), specificamente su come costruire un modello di business vincente.

Il progetto prevedeva interventi formativi rivolti a studenti degli ultimi anni di scuola superiore di diversi istituti della Lombardia, con l'obiettivo di trasmettere un metodo concreto per la formulazione e validazione di progetti d'impresa attraverso esercitazioni e analisi di casi aziendali reali.

La sfida principale non era tanto tecnica quanto umana: coinvolgere e interessare gruppi eterogenei di studenti, dotati di livelli di interesse, preparazione e background culturali molto differenti. L'obiettivo più ambizioso era trasmettere il desiderio di creare output di qualità, superando la passività tipica della formazione tradizionale.

Una complicazione aggiuntiva è emersa subito: la modalità online si è rivelata pressoché impossibile per attività laboratoriali, con studenti che partecipavano tramite un unico computer per classe, audio di scarsa qualità e frequenti interruzioni dovute ai cambi di aula.

L'approccio

Ho buttato via le slide.

Non letteralmente, ma quasi. Invece di spiegare cosa fosse un Business Model Canvas, ho fatto una cosa diversa: ho chiesto ai ragazzi di raccontarmi l'ultima volta che qualcosa li aveva fatti arrabbiare come consumatori. E da lì siamo partiti.

Il trucco del milkshake Quando li vedevo distratti, tiravo fuori la storia del milkshake di McDonald's. Non la raccontavo io, gliela facevo scoprire: "Ragazzi, se foste McDonald's e voleste vendere più milkshake, cosa fareste?" Li lasciavo ragionare, sbagliare, discutere. Poi gli raccontavo cosa aveva scoperto davvero McDonald's: che la gente comprava milkshake al mattino non per il gusto, ma perché guidando voleva qualcosa che durasse tutto il tragitto casa-ufficio senza sporcare. Boom. Gli si accendeva qualcosa.

Persone vere, problemi veri Invece di parlare di "segmenti di mercato", abbiamo creato tre personaggi: Marco che non riusciva a organizzare lo studio, Sofia che voleva praticare francese con madrelingua, Luca confuso sulla scelta universitaria. Problemi che loro vivevano ogni giorno.

Ogni gruppo prendeva una di queste personas e doveva:

  • Capire davvero cosa la frustrava
  • Immaginare soluzioni concrete
  • Testare l'idea con gli altri gruppi (che facevano finta di essere potenziali utenti)

Il momento verità La magia succedeva quando dovevano "vendere" la loro idea agli altri. Lì saltavano fuori le domande vere: "Ma chi lo userebbe davvero?" "Quanto sareste disposti a pagare?" "Come fai a sapere che funziona?"

E lì capivano che un'idea, per quanto bella, se non risolve un problema che la gente è disposta a pagare per far risolvere non è un business.

Il momento catalizzatore

Non c'è stato un singolo momento di svolta, ma piuttosto una serie di "workshop che sono volati" dove ho percepito l'engagement crescere progressivamente. Il punto di maggiore connessione è avvenuto quando ho condiviso la mia storia personale: come alla loro età volessi fare fisica, fossi stato "costretto" a iscrivermi a giurisprudenza, mi fossi laureato ma non avessi mai praticato un minuto di diritto.

Questa vulnerabilità, anche se non direttamente attinente al business modeling, ha creato una connessione autentica e ha dimostrato che i percorsi professionali possono essere non lineari e comunque portare a realizzazione.

Il vero insight è emerso dalla qualità del lavoro prodotto durante le sessioni: tutti gli studenti hanno partecipato attivamente agli esercizi, utilizzando concretamente i framework proposti, anche se poi nessuno ha approfondito autonomamente a valle.

I risultati

Risultati quantitativi:

  • 300 studenti formati in 10 workshop presso 7 istituti diversi
  • 100% di partecipazione attiva durante le sessioni in presenza
  • Feedback docenti costantemente positivo sulla metodologia innovativa
  • Significativo miglioramento dell'engagement rispetto a versioni precedenti del programma

Risultati qualitativi più significativi:

  • Alfabetizzazione alla concretezza: tli studenti hanno acquisito la consapevolezza che "fare impresa vuol dire vedere i problemi delle persone e volerli risolvere, certo per fare soldi, ma anche per migliorare la società"
  • Superamento della passività formativa: dalla tradizionale modalità di "200 slide partendo da Cristoforo Colombo" a workshops completamente interattivi
  • Applicazione pratica dei framework: Uso concreto di Business Model Canvas e Value Proposition Canvas su casi reali
  • Integrazione digitale consapevole: Introduzione dell'AI come strumento di supporto, non sostituzione, del pensiero strategico

Feedback rappresentativo: "Finalmente qualcuno che gli ha fatto capire che l'imprenditorialità non è solo teoria, ma un modo concreto di affrontare i problemi che vediamo ogni giorno" - Commento raccolto informalmente da un docente dell'I.I.S. Schiaparelli-Gramsci di Milano.

Riflessione personale

Questo progetto ha confermato un'intuizione che coltivo da tempo: mi piace fare qualcosa per i ragazzi, non come direzione di sviluppo professionale principale, ma come parte del mio impegno di attivista organizzativo.

La sfida più interessante è stata trovare l'equilibrio tra il mio desiderio naturale di "scomparire" lasciando spazio all'interattività e la necessità di essere presente come narratore per mantenere ritmo e attenzione. Ho imparato che il mio storytelling, quando autentico e vulnerabile, può essere un potente strumento di connessione, anche quando apparentemente tangenziale rispetto al contenuto tecnico.

Lavorare con questi 300 giovani mi ha fatto riflettere su quanto manchino oggi di "alfabetizzazione alla concretezza": la capacità di vedere connessioni pratiche tra teoria e realtà, tra problemi e opportunità. Il vero valore del progetto non è stato tanto insegnare il Business Model Canvas, quanto piantare semi di consapevolezza su cosa significhi davvero creare valore per gli altri.

Se dovessi rifare questo progetto, potenzierrei ulteriormente la componente di gamification e creerei più momenti di riflessione guidata per aiutare gli studenti a trasferire gli apprendimenti dalla dimensione dell'esercizio a quella della vita reale.

La collaborazione con Bergamo Sviluppo, con cui lavoro dal 2016, continua a essere caratterizzata da fiducia reciproca: loro accolgono le metodologie innovative che propongo senza entrare nel merito delle modalità, permettendomi quella sperimentazione metodologica che è essenziale per un lavoro educativo efficace con le nuove generazioni.

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