L'IA come trasformerà la consulenza?

La rivoluzione è già iniziata

L'intelligenza artificiale sta ridisegnando il mondo della consulenza e dei servizi professionali. Ho ascoltato un episodio interessante del podcast "The AI daily brief" in cui l'autore, Nathaniel Whittemore esplora 13 modi in cui l'IA cambierà il settore in cui anche io lavoro. Mi sono chiesto che cosa possa significare per me, per i miei clienti e per chi lavora nella facilitazione e nella consulenza al cambiamento.

Cosa cambierà per i nostri clienti

Servizi più accessibili ed economici

Per molti clienti, specialmente piccole e medie imprese, la consulenza strategica è sempre stata un lusso inaccessibile. L'automazione tramite IA cambierà questa realtà: i processi che prima richiedevano settimane di lavoro e budget importanti diventeranno più rapidi ed economici. Le PMI potranno finalmente accedere a servizi prima riservati solo alle grandi aziende.

Un imprenditore con un'azienda di 30 dipendenti potrà permettersi workshop di Design Thinking o sessioni di LEGO SERIOUS PLAY in versioni più compatte ma ugualmente efficaci, senza dover sacrificare una parte significativa del proprio budget.

Meno teoria, più azione concreta

I clienti sono stanchi di report e presentazioni che poi regolarmente mettono in un cassetto. L'evoluzione della consulenza porterà a un cambiamento radicale: meno PowerPoint e più prototipi funzionanti. L'IA permetterà di trasformare rapidamente le idee in prodotti o processi testabili.

Un responsabile di produzione non dovrà più immaginare come potrebbe funzionare un nuovo processo basandosi su diagrammi astratti, ma potrà interagire con simulazioni concrete create durante il percorso di consulenza.

Un supporto continuativo anziché interventi sporadici

Penso a quante volte ho visto aziende ricevere consulenze che non le hanno aiutate davvero. (Per onestà: in alcuni casi io facevo parte del team di consulenti). Il classico modello "progettone e poi arrivederci" lascia spesso i clienti con più domande che risposte. Con l'IA questo potrebbe cambiare radicalmente - immagino un supporto che respira insieme all'organizzazione, che si adatta mentre il cliente evolve.

Mi viene in mente il caso di un'azienda manifatturiera che ha implementato un nuovo sistema: anziché scoprire dopo sei mesi che le cose non funzionano come previsto, potrebbero avere indicatori in tempo reale per aggiustare il tiro mentre camminano.

Un ecosistema di competenze su misura

Il podcast introduce dal mondo della finanza una figura interessante: il "Trusted General Partner", un direttore d'orchestra più che un solista.

È come il medico di famiglia che ti conosce e sa quando mandarti dallo specialista giusto. Un'azienda non dovrebbe più sentirsi persa tra mille consulenti diversi che non si parlano tra loro.

Le sfide per le organizzazioni

Prepararsi a relazioni diverse con i consulenti

Spesso il rapporto fra azienda e consulente è quasi come quello con un fornitore di prodotto: "Abbiamo bisogno della certificazione ISO, scrivici le procedure e facci ottenere il certificato". Ma questo approccio oggi è diventato obsoleto.

Con l'IA, il consulente non sarà più solo l'esperto che consegna soluzioni preconfezionate, ma un facilitatore che aiuta l'organizzazione a estrarre valore dagli strumenti disponibili. È come avere un navigatore esperto che non si limita a indicare la rotta, ma ti insegna a leggere le stelle e usare la bussola, rendendo il tuo team progressivamente più autonomo e consapevole.

Mi immagino relazioni più profonde, meno formali, dove la scoperta dei problemi e delle soluzioni nascono dal dialogo costante. Per molte organizzazioni abituate alle vecchie dinamiche, sarà come imparare un nuovo linguaggio.

Sviluppare nuove competenze interne

I clienti potranno sviluppare nuove competenze per trarre il massimo valore dalla consulenza potenziata dall'IA. Sarà importante saper valutare i risultati in base al valore generato e non più in base alle ore di lavoro. Serviranno anche capacità di integrazione tra sistemi IA e processi aziendali esistenti.

Bilanciare automazione e fattore umano

Penso spesso a quanto sia facile farsi abbagliare dalla tecnologia e dimenticare perché siamo qui. La vera sfida non sarà tecnica, ma profondamente umana: come possiamo preservare quegli spazi di connessione, creatività e riflessione che fanno la differenza?

Sono da sempre un fautore di riunioni inclusive dove c'è spazio per disaccordo e creatività: questi momenti diventeranno tesori ancora più preziosi, perché potenziati da nuove intelligenze.

Preparare le organizzazioni al futuro

Quando parlo con le aziende di AI Readiness, non penso a checklist tecniche ma a conversazioni oneste su ciò che le preoccupa davvero. Si tratta di capire insieme:

  1. Dove siamo oggi e quanto siamo pronti ad abbracciare nuovi modi di lavorare
  2. Quali sono i punti dolenti che l'IA potrebbe davvero aiutare a risolvere, senza inseguire mode
  3. Come far sì che le persone non si sentano minacciate ma emancipate da questi strumenti
  4. Come sapremo se questi cambiamenti stanno davvero funzionando per noi
  5. Come sperimentare in piccolo prima di fare grandi salti nel buio

Credo che, in questa transizione, la parte più importante non sia la tecnologia ma la capacità di accompagnare le persone nel cambiamento, ascoltando le loro paure e costruendo insieme una visione di futuro che abbia senso per loro.

Come posso aiutarti?

Non farti problemi, scambiamo due parole: dal confronto nascono sempre idee inaspettate.