Andare oltre l'empatia: progetti che funzionano davvero
Elon Musk ha recentemente definito l'empatia come "la debolezza fondamentale della civiltà occidentale". Una provocazione che mi ha fatto riflettere, dopo anni passati a lavorare con il design thinking e a facilitare processi di cambiamento nelle organizzazioni.
Sarà davvero così? L'empatia è realmente un ostacolo? La mia esperienza mi dice che la questione è più complessa.
Quando l'empatia non basta
Nel mio lavoro con team e organizzazioni ho solo evidenze di come adottare un approccio orientato all'empatia sia fondamentale. A volte, però, è insufficiente. Ecco perché:
- Vediamo ciò che ci è vicino: tendiamo a comprendere meglio i problemi di persone simili a noi
- Ci colpiscono le storie individuali: una singola testimonianza ci tocca più di statistiche che parlano di centinaia di persone
- Pensiamo al presente: facciamo fatica a considerare gli effetti a lungo termine
Questi limiti diventano particolarmente evidenti quando lavoriamo a progetti complessi che coinvolgano diverse parti dell'organizzazione o che mirino a cambiamenti sostenibili nel tempo.
Un approccio più completo: la visione a 360°
Quello che propongo è un approccio che chiamo "compassione sistemica" - un modo di lavorare che unisca:
- L'ascolto profondo delle persone (l'empatia tradizionale)
- L'analisi razionale dei problemi e delle soluzioni
- La visione d'insieme che considera relazioni e effetti a catena
Immagina di avere occhiali speciali che ti permettano di vedere contemporaneamente i dettagli e il quadro generale: è questo il tipo di visione che fa la differenza nei progetti di cambiamento.
Strumenti pratici che puoi usare subito
Ecco quattro strumenti concreti che uso nei miei workshop e che potresti adattare alla tua realtà:
1. La mappa delle connessioni
Non limitarti a raccogliere opinioni individuali. Chiedi anche:
- "Chi altro viene influenzato da questa decisione?"
- "Quali effetti potrebbero esserci tra 6 mesi? E tra 2 anni?"
- "Cosa succederebbe se cambiassimo questa parte del sistema?"
2. Le domande che aprono prospettive
Prova a introdurre queste domande nelle tue riunioni:
- "Come vedrebbe questa situazione qualcuno che lavorerà qui tra 5 anni?"
- "Se questa soluzione funzionasse perfettamente, quali problemi nuovi potrebbe creare?"
- "Chi non abbiamo considerato in questa discussione?"
3. L'alternanza pensiero veloce/pensiero lento
Nelle sessioni di brainstorming:
- Inizia con 10 minuti di idee libere e intuitive (nessuna critica!)
- Segui con 10 minuti di analisi razionale (quali idee hanno più senso?)
- Chiudi con 10 minuti di visione sistemica (come si collegano queste idee al contesto più ampio?)
4. Il monitoraggio a tre livelli
Quando implementi una soluzione, monitora:
- La soddisfazione delle persone coinvolte (aspetto emotivo)
- I risultati concreti e misurabili (aspetto razionale)
- Gli effetti inaspettati sul sistema più ampio (aspetto sistemico)
Un esempio concreto: la trasformazione di un team in crisi
In un'azienda manifatturiera, un team era in difficoltà con conflitti interni e bassa produttività. L'approccio tradizionale avrebbe suggerito di lavorare solo sulla comunicazione e sul team building.
Invece, abbiamo:
- Ascoltato in profondità ogni membro del team (empatia)
- Analizzato i dati di produzione e i processi di lavoro (razionalità)
- Esplorato le connessioni con altri reparti e con le policy aziendali e i relativi impatti sul team (visione sistemica)
Scoprimmo che molti problemi nascevano da un sistema di valutazione che metteva inconsapevolmente i membri del team in competizione tra loro. Modificandolo e creando obiettivi comuni, la situazione migliorò rapidamente.
Non sarebbe bastato lavorare solo sull'empatia o solo sui processi. Nemmeno la pura facilitazione avrebbe aiutato: in questo caso fu un approccio di facilitazione sistemica a fare la differenza.
Conclusione: unire testa, cuore e visione d'insieme
Il vero problema non è l'empatia di per sé, ma la tendenza a frammentare la nostra comprensione: o siamo troppo emotivi o troppo analitici o troppo teorici.
La buona notizia è che possiamo allenare la nostra capacità di integrare questi aspetti fra di loro, proprio come uno sportivo allena diverse capacità fisiche insieme.
Nei miei workshop vedo come le persone, date le giuste condizioni e strumenti, riescano naturalmente a sviluppare questa visione più completa – scoprendo soluzioni che non erano visibili prima.
Come diceva Gregory Bateson (uno studioso che ammiro molto): "La ricompensa per questo lavoro non è il potere, ma la bellezza" – la bellezza di soluzioni che funzionano per davvero, rispettando sia le persone che i sistemi in cui viviamo.
Ti sei mai trovato in situazioni dove l'empatia da sola non bastava? Quali strumenti hai trovato utili per affrontare problemi complessi nella tua organizzazione? Condividi la tua esperienza nei commenti.
Come posso aiutarti?
Non farti problemi, scambiamo due parole: dal confronto nascono sempre idee inaspettate.